Generazione YOU TUBE

I nostri ragazzi sanno ancora distinguere fra realtà e finzione?

Riproduzione  parziale dal n. 114 di "Noi, genitori & figli" del 23/12/07

di Antonella Galli

 ... «La nostra sensazione - afferma Mauro Grimoldi  vice preside del liceo classico Don Gnocchi di Carate Brianza - è che si stia diffondendo tra i giovani una distorsione per cui sembra più interessante fìngere ciò che non si è piuttosto che vivere ciò che si è. Si provocano situazioni per mettersi in mostra e per seguire un'idea immaginaria di sé che non corrisponde alla realtà. C'è una disaffezione nei confronti di se stessi, della vita, che credo sia una conseguenza del fatto che oggi ai nostri ragazzi vengono offerte milioni di sollecitazioni sulla realtà, ma è molto difficile che si imbattano nella proposta di un significato della stessa. E senza significato, la realtà diventa arida, povera, non provoca più alcuna attrattiva. Quale compito spetta, allora, agli adulti? Credo che il problema non sia imparare a confrontarsi con la tecnologia ma riuscire a farlo con i ragazzi, per aiutarli a superare la solitudine di cui certi episodi sono un chiaro segnale. Per creare con loro un legame profondo e spingerli a capire per che cosa vale davvero la pena di accettare la vita, la realtà, se stessi. Per ciò che si è davvero. E non per ciò che si finge di essere». ♦


 

UN SUCCESSO PLANETARIO E I GENITORI STANNO "FUORI"

YOU TUBE, SFIDA EDUCATIVA
 

Sei teenagers su 10 visionano i filmati on line, 10 su 100 inseriscono i propri soprattutto "per diventare famosi" E gli adulti? Imparino a usarlo per non lasciare soli i figli

Sei milioni di video messi on line fino alla metà del 2006; quarantacinque terabytes (equivalenti a circa 5 mila computer domestici) necessari per contenerli; 9.305 anni il tempo che sarebbe necessario per visionarli tutti. Sono questi i numeri di You Tube, il sito internet attraverso il quale vengono messi in Rete spezzoni di spettacoli televisivi e videoclip musicali, ma anche filmati realizzati in proprio con cellulari o videocamere.

Un successo di dimensioni mondiali, la cui popolarità si è diffusa soprattutto fra i più giovani. L'utente tipo di questo sito, infatti, ha un'età compresa fra i 12 e 30 anni, con una concentrazione maggiore nella fascia 12/17. Il fenomeno You Tube ha conquistato anche l'Italia. E l'Ottavo Rapporto sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza realizzato da Telefono Azzurro ed Eurispes dedica ampio spazio a questo fenomeno di costume. Solo il 10   per cento degli intervistati afferma di non sapere che cosa sia You Tube. Il 65,3 per cento degli adolescenti, soprattutto maschi, ne è un frequentatore abituale. Il 10,5 per cento sostiene di guardare sempre i filmati proposti, il 20,1 per cento di farlo spesso, il 34,7 per cento qualche volta.

Pur se si dimostrano attenti osservatori dei video, però, bambini e adolescenti italiani sembrano essere meno interessati - almeno per 11  momento - a inserire in prima persona filmati on line. Fra i più giovani - 7/11 anni - ammette di averlo fatto solo il 10,2 per cento degli intervistati; la maggior parte non ha saputo spiegarne il perché. Il 15,2 per cento voleva mostrarlo agli amici. Il 2,4 per cento desiderava far circolare il video in Rete per diventare famoso. Fra gli adolescenti (12-19 anni) solo il 7,6 per cento ha messo on line un filmato. La motivazione? Per alcuni c'è il desiderio di mostrare il video agli amici. Per altri la voglia di apparire.

Al di là dei dati su You Tube il Rapporto fotografa una realtà in cui i più giovani sembrano essere perfettamente padroni delle nuove tecnologie, molto più di quanto non lo siano i loro genitori... Ed è proprio su questo divario che Ernesto Caffo e Gian Maria Fara - i presidenti delle due associazioni che hanno realizzato la ricerca - invitano a riflettere. «Il mondo dei nuovi media intercetta alcuni bisogni che i giovani sentono come urgenti, quali, ad esempio, la riconoscibilità nel gruppo dei pari o il bisogno di comunicare e confrontarsi su stati d'animo, pensieri, emozioni. Tuttavia, questo incontro non è scevro di rischi e non sempre gli adolescenti possono trovare sulla Rete le risposte giuste alla necessità di costruzione della loro identità. Limitarsi a definirla come una "cattiva compagna", però, non è sufficiente. Internet è ormai integrato nella vita dei ragazzi, che ne conoscono bene tutte le potenzialità e, spesso, sono anche consapevoli dei rischi. Ciò che ancora va colmato, però, è il gap che separa le generazioni, quella differenza di linguaggi e di strumenti che rischia di allontanare i figli dai genitori, e viceversa».

La You Tube Generation non è solo quella vuota che, troppo spesso, viene dipinta con superficiale sensazionalismo mediatico. Divertimento, espressione creativa, comunicazione: anche le esperienze virtuali possono essere positive. Gli adolescenti ne sono consapevoli. E dovrebbero imparare a esserlo anche gli adulti. Senza timore di sentirsi inadeguati, con la consapevolezza che i ragazzi, oggi, devono avere l'opportunità di orientarsi nella complessità che caratterizza la nostra epoca, attraverso delle guide che abbiano maggiore coscienza dei cambiamenti in atto. E che sappiano educarli al rapporto con le nuove tecnologie senza trascurare quei valori, relazionali e umani, che soli possono evitare pericolosi eccessi. ♦