IL TEMPO LIBERO

TROPPI IMPEGNI, SIAM RAGAZZI
Riproduzione dal n. 73 di "Noi, genitori & figli" del 28/3/04


Palestra, allenamenti, corsi vari: l'agenda dei figli è piena. 
Come riusciranno a imparare a "star bene con se stessi"?
A gestire il proprio tempo in base a gusti e interessi personali?

di Francesco Belletti *


Il tempo è una dimensione costitutiva dell'esperienza umana; è sempre un'opportunità e un'occasione. Questo diventa a maggior ragione importante nella vita familiare, in cui il tempo è risorsa decisiva per costruire le relazioni. Il tempo familiare è il "luogo" in cui le persone allacciano e costruiscono quelle relazioni primarie che definiscono l'identità di ciascuno, proprio attraverso la condivisione della vita familiare. La famiglia ha bisogno di tempo per poter parlare, per poter anche restare in silenzio, ma insieme per rispecchiarsi nello sguardo dell'altro.
Tuttavia ogni persona deve fare i conti con un tempo che si configura come risorsa scarsa e non riproducibile («Non ho tempo», «II tempo che passa non torna più»). Pochi adulti possono realisticamente pensare di non dedicare affatto tempo all'attività lavorativa, ma contemporaneamente non è realistico immaginare un tempo "tutto" dedicato al lavoro, senza alcune attenzione per le relazioni familiari, interpersonali o per altri interessi.
La domanda radicale è: il tempo libero è tempo liberamente scelto o è tempo "vuoto" di impegni, di cose da fare, di altri con cui relazionarmi? La risposta non è scontata e per comprendere la sua portata ci si potrebbe avvalere di alcuni "momenti di vita" che ogni famiglia può incontrare.

GLI ADOLESCENTI. Il primo problema riguarda la gestione del tempo per i figli preadolescenti o adolescenti e l'ormai diffusissima prassi di "occupare" il più possibile il tempo dei ragazzi. Tra palestra, allenamenti di calcio o pallavolo, danza, attività espressive o corsi di musica, l'agenda di molti tredicenni o quindicenni è diventata più fitta di quella di un amministratore delegato.
I genitori se ne sentono rassicurati, perché il proprio figlio non butta via il tempo, né va a spasso incontrollato per il quartiere o per la città. Ma qual è il tempo libero di un ragazzo con l'agenda così piena? Come riuscirà a imparare a star bene con se stesso, se sarà sempre accerchiato da qualcuno che gli chiederà di fare qualcosa per raggiungere un certo obiettivo? Come potrà imparare a gestire il proprio tempo, ad assumersi personalmente la responsabilità di scegliere cosa è giusto fare ma anche di mettere a fuoco ciò che gli piace o non gli piace? Forse occorre qualche soluzione intermedia, in grado di costruire percorsi in cui progressivamente cresca l'autonomia e la libertà di scelta e diminuisca il controllo e la gestione da parte dei genitori. Altrimenti esiste il rischio di considerare come proprio spazio di tempo libero solo quei momenti in cui "nessuno ti dice cosa devi fare", oppure in cui ti metti davanti al videogioco per un paio d'ore, oppure, ancora, in cui "butti via il tuo tempo".

GLI ADULTI. Un secondo problema riguarda l'esperienza del tempo libero dei genitori e le differenze che si possono cogliere tra uomo e donna nel tentativo di riscoprire la libertà di scegliere il proprio tempo. Spesso questo problema viene drasticamente eluso a causa della scarsità di tempo: manca il tempo per la coppia (che dovrebbe essere, da un certo punto di vista, il tempo più "liberamente scelto" di tutta la vita), perché c'è sempre tanto da lavorare, c'è la casa da sistemare, i figli da seguire... Ma anche in questo caso si rischia di trasformare il tempo libero in tempo privo di impegni, in occasioni in cui non c'è niente da fare, anziché in quella favorevole circostanza in cui poter fare ciò che ci piace di più.

GLI ANZIANI. Un terzo momento dell'e­sperienza umana in cui il tema del tempo libero svela implicazioni impreviste è la condizione anziana, soprattutto nel passaggio dalla vita professionalmente attiva al pensionamento. Il tempo si fa finalmente libero ma questa libertà diventa vertigine, paura del vuoto e si trasforma nella drammatica difficoltà di riempire le giornate, poiché "nessuno si aspetta più niente da me". In effetti la vecchiaia è un momento in cui la riscoperta del senso profondo del tempo libero non può più essere elusa; è una fase della vita in cui il senso di ciò che si fa deve essere ritrovato nella libera scelta della persona anziché nel ruolo o nelle responsabilità. Ogni momento è libero ma la libertà chiede l'esercizio della responsabilità, la ricerca di buoni motivi per godersi la vita, l'attribuzione di significato al singolo momento. Solo così anche il semplice restare seduto su una panchina con il volto al sole assume gusto, diventa la riscoperta della bellezza della vita.
Questo dovremmo cercare in ogni istante, da soli e con gli altri, in famiglia o al lavoro, studiando storia sui libri di scuola o scartabellando pratiche in ufficio, oppure passeggiando per le strade della nostra città. Solo la riscoperta del senso e del gusto del vivere può infatti liberare il tempo, superando così l'illusione di dover affidare al solo "tempo libero" la riconciliazione tra la persona e le cose che fa.

* sociologo, direttore del Centro internazionale studi famiglia