LE INTERVISTE … POSSIBILI DELLA I E

Sogni, bisogni e ricordi

Il Preside si … confessa

La passione per la campagna, l’ educazione dei figli  (“Il padre non deve essere anche un amico”),  gli anni a Bologna, il futuro dello ‘Sforza’ : incalzato dalle nostre domande, il prof. Marzo si è raccontato a cuore aperto

 

3/10/2008. Il nostro preside è venuto a farci visita, quando ha saputo che noi, la I E, volevamo fargli un’ intervista. Si è presentato, come sempre, molto disponibile e aperto al dialogo; oltre che vestito in modo elegante, camicia bianca e giacca beige.

Ci siamo suddivisi in tre gruppi, e ogni gruppo ha formulato cinque domande nell’ ambito del privato, del mondo scolastico e dell’ universo giovanile. Il tempo è volato.

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-          Può tracciarci un breve profilo umano e professionale?

“Sono stato ventidue anni a Bologna, dove mi sono laureato. Ho collaborato con la facoltà di Psicologia per otto anni. Ho vinto un concorso da maestro elementare e uno da direttore didattico. Poi sono tornato a… casa, per ragioni familiari. Ho insegnato a San Giorgio, a Palagiano e a Taranto. Quest’anno sono tornato a Palagiano, da dirigente dello ‘Sforza’. Quindici anni di studio dopo il diploma: di certo un arricchimento”.

 -           Come concilia il lavoro con la sua vita privata, specie da quando è diventato dirigente scolastico?

 “Spesso il lavoro lo finisco a tarda sera: ho poco tempo libero. Per mia fortuna dormo solo cinque ore a notte, così la mia giornata può essere ancora più piena”.

 -           Può parlarci dei suoi hobby preferiti?

 “Non avendo molto tempo libero ho dovuto abbandonarli: lo sport, per esempio. Mi piace il lavoro di campagna, che mi permette di alternare all’ attività mentale quella manuale e fisica”.

 -           Quale professione avrebbe voluto svolgere se non avesse lavorato nell’ ambito scolastico?

“Il medico, più precisamente il chirurgo. Sono affascinato dalla scienza medica. E  soprattutto mi piace prendermi cura degli altri”.

 -           Come si è comportato nei confronti di chi cercava di raccomandarle i propri figli, parenti o amici?

“Cercavo di far capire loro che la via della raccomandazione è una strada sbagliata, che non bisogna inculcare finte scorciatoie perché bisogna dare sempre il meglio di se stessi”.

-           Se potesse portare a cena fuori un’attrice famosa, chi inviterebbe? E cosa ordinerebbe?

(Dopo un attimo di esitazione)

“Sophia Loren, perché è la storia del cinema italiano. Ordinerei piatti tipici: orecchiette e primitivo della mia cara Manduria, dove sono nato. Sono certo che gradirebbe”.

- In che percentuale, nei confronti dei suoi figli, lei si comporta da padre, preside, docente?

 “ Sono un padre severo: voglio che i miei figli imparino ad avere il senso delle regole. Per me un genitore non può e non deve essere anche un amico. Le regole vanno mantenute e rispettate. L’azione orienta il pensiero, proprio come il pensiero orienta l’azione. Io ad esempio non ho mai chiesto soldi ai miei genitori per studiare, sono sempre andato avanti da solo. Perché crescere vuol dire appunto andare avanti”.

La 1^E in una lezione di Geografia del Territorio con il Prof. Mastrangelo

 

- Ha mai avviato o pensa di avviare delle campagne di sensibilizzazione sul problema del fumo, che sempre più coinvolge noi giovani?

   “Si, ma più in generale contro tutte le dipendenze: non solo contro il fumo, per il quale affiggiamo cartelli nelle scuole. Ora mi sto impegnando a non far fumare i ragazzi nei bagni. Io comunque consiglierei degli incontri con esperti. E noi docenti dobbiamo essere i primi a rispettare le regole”.

 

-        Lei pensa che le ultime generazioni leggano così poco a causa delle distrazioni proposte dalla nuova tecnologia? Se è così, cosa si può fare per invertire la tendenza a favore dei libri?

   “ Prima di tutto provate a leggere. Il libro è uno strumento che       completa e non può essere mai sostituito dalla tecnologia. Peraltro non si deve soltanto leggerlo, ma anche rielaborarlo, sintetizzarlo e rileggerlo. Ricordatevi: la tecnologia ci rende superficiali e vuoti, se le permettiamo di dominarci”.

-                 Quali libri e quali autori lei si sentirebbe di consigliarci, specie per il nostro tempo libero?

   “ Beh, ideale sarebbe ogni lettura con una chiave psicologica. Ma i classici sono i migliori, infatti li preferisco. Io vi consiglierei ‘ Il vecchio e il mare’ di Hemingway, sono cresciuto con quel libro. Poi aggiungerei ‘Il signore delle mosche’ di Golding, che narra la vicenda di alcuni ragazzi che si ritrovano  su un’ isola dopo un incidente aereo e finiscono col ripetere i peggiori comportamenti degli adulti. Le più utili, comunque, restano quelle opere che ci fanno interrogare sui nostri limiti e sulla nostra personalità”.

- Negli ultimi mesi dello scorso anno scolastico, quattro scuole della nostra provincia sono state colpite dal terribile ed impensabile suicidio di altrettanti studenti. Nessuno di loro, a quanto pare, aveva subito traumi familiari, scolastici, sentimentali. Ma evidentemente un problema c’è, ed è molto grave. La vita non è più considerata un valore?

Bisogna saper ritrovare il sentiero, come nella famosissima fiaba di Hansel e Gretel. Tutti, e dico tutti, abbiamo rischiato o rischiamo di smarrirci. La paura più grande è il nulla, ma dobbiamo riuscire ad andare avanti. Il bosco è metafora della vita, e noi dobbiamo attraversarlo con valore e dignità”.

  - Come è cambiata la scuola italiana negli ultimi 30-40 anni?

  “Secondo me la scuola è cambiata soprattutto da che è diventata autonoma. Adesso possiamo muoverci molto più liberamente, a tutto vantaggio dell’offerta formativa”

   - Scuola e sport: un rapporto sempre più disastroso. Lei cosa ha intenzione di fare per migliorarlo?Quanto a suo avviso è un problema di strutture e quanto di cultura sportiva?

  “Per migliorare il rapporto scuola-sport, noi abbiamo chiesto alla elementare   ‘Rodari’  la disponibilità della palestra; almeno sino a quanto non sarà terminata la costruzione della nuova sede. In generale, però, è la cultura sportiva che bisogna acquisire. E promuovere.”  

  - Cosa pensa della diffusione della droga e cosa può fare una scuola per impedirla, o almeno per rallentarla?

 “La droga, a differenza del fumo e dell’alcool, crea la dipendenza più pericolosa perché agisce sul sistema nervoso e quindi sul cervello. La scuola può aiutare il giovane informandolo della gravità dei rischi che comporta la droga,anche attraverso incontri scolastici come questo.”

  - Nell’ultimo mese ci sono state due novità, opposte tra loro. La bella notizia è che l ‘ Amministrazione Provinciale ha stanziato un milione e 700 mila euro per la nuova sede del nostro istituto. La brutta notizia è che il Ministro Gelmini ha stabilito che verranno chiuse le scuole con meno di 500 studenti. Quanto possiamo rallegrarci, e quanto invece dobbiamo preoccuparci?

“ Per ciò che riguarda la nuova sede, tra tempi tecnici e burocrazia varia, i lavori dovrebbero cominciare a partire da aprile 2009. Ma siamo pur sempre in Italia… Quanto alla riforma Gelmini, essa in realtà porta avanti un piano di razionalizzazione che già esisteva. Ci sono scuole con cento ragazzi: chiaro che per la spesa pubblica una situazione del genere rappresenta un aggravio. Noi ne abbiamo cinquecento, inoltre proponiamo diversi indirizzi. E contiamo di crescere, perché le premesse ci sono tutte.”

 

   Grazie, Preside, e a presto!

                                                                                            La Prima E (Indirizzo Geometri)