L’INTERVISTA IMPOSSIBILE

MAFALDA, ‘LA PRINCIPESSA’ RIBELLE

                                                                                                 

                                                                                                    di Antonella Miraglia

 

Un grande giardino dal colore verdastro, con fiori e piante di ogni genere. Un’altalena sullo sfondo.

Lei dondolava aspettando il mio arrivo.

Un fiocco bianco tra i capelli, un vestitino sul rosa ed un sorriso frizzante. Così si è presentata la piccola ribelle, sei anni … a vita.

“ Buon pomeriggio, Mafalda”, dissi.

“ Buon pomeriggio a te”, rispose.

Un sorriso complice fra noi due. Senza esitare mi domandò: “ Beh, iniziamo?”.

Ed io: “ Certo, sono pronta a svelare a tutti i tuoi fan il tuo animo da contestatrice.”.

“ Sono brava a fingere! In fondo l’ho sempre fatto, da quando ero piccola!”.

 

***                                                                            

-         Mafalda, qual è l’origine di questo nome? Ti piace?

  “ Beh… è davvero molto carino, o sbaglio? Anche la mia origine è piuttosto bizzarra. Il mio nome proviene da un romanzo di David Vinas, ‘ Dar la cara’, ed in seguito è stato collegato al nome della principessa Mafalda di Savoia. Un nome regale, direi! Per una ribelle come me”, dice con un sorriso vivace.

 

-         Tutti sappiamo che tu, oltre ad essere il personaggio di una ‘ strip’, sei anche protagonista di film e cartoni animati. Tutti questi riconoscimenti ti hanno cambiato la vita?

  Assolutamente no. Forse sono serviti a rendermi più famosa, ma io ero, sono e sarò sempre la piccola contestatrice. Non sarà assolutamente tutta questa notorietà a farmi diventare un’altra persona”.

 

-         Buenos Aires, Plaza Mafalda, cosa ti ricorda?

  “ Emozioni”. (Un attimo di silenzio, poi ricomincia.) “ Si, mi riporta a tante emozioni e battiti. Credo di essere una delle poche protagoniste di fumetti a cui è stata dedicata una piazza e questo mi rende davvero felice. Devo dirla tutta? Mi sento orgogliosa!”

 

-         A cosa o a chi devi questo successo?

  “ Sicuramente al mio fumettista argentino Joaquìn Lavado. Mi ha resa popolare ovunque, dall’America Latina all’Europa. E per Europa intendo Spagna, Portogallo, Italia. Sono anche soddisfatta del successo avuto in Brasile ed in Cina”.

 

-         Tu sei una ribelle che ha sempre lottato per i diritti umani. Un esempio è il poster del 1976 per l’Unicef: cosa illustrava? Da dove ti viene questa solidarietà?

  “ A dirla tutta, ho un ricordo molto vago. Credo che illustrasse la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. Beh, lotto per l’umanità perché è un tema a cui sono molto legata. Odio la violenza. Adoro la pace. Forse mi pongo troppe domande a cui non so dare una risposta, però la forza di volontà è tanta, e così tutto è possibile.”

 

-         1988, è la volta di un grande manifesto richiesto dal Ministero. Altra tappa importante?

  “ Certo che si. Essere protagonista di un manifesto per gli affari esteri dell’Argentina è stata una grandissima tappa! Ricordo che si celebrava la giornata universale dei diritti umani. Il bello è che coincideva con il quinto anniversario della fine della dittatura.”

 

-         Il mondo è cambiato molto negli ultimi anni ma tu, a distanza di oltre trent’anni dalla… nascita, rispondi perfettamente al gusto dei giovani. Per quale motivo?

  “ Anche se non ho il telefonino e non uso il computer, molte cose mi rendono quasi identica ai ragazzi di oggi. Oggi tutti ci sentiamo ribelli, vogliamo cambiare il mondo, difenderlo. Io, ai miei tempi, mi lamentavo del Vietnam e del muro di Berlino. Il mondo è sempre più malato ed ai bimbi la minestra piace sempre meno.”

 

-         Leggendo le tue prime strisce si nota che c’è l’hai con tua madre per aver preferito il matrimonio alla laurea. Come mai?

  “ La carriera prima di tutto! Si, è vero, ho dato la colpa a mio padre per questo, ma solo perché non credo che sia giusto lasciare gli studi per l’amore, specie se si è a buon punto.”

 

-         Susanta: descrivimi la tua nemica.

  “ Devo pensarci? Forse è meglio di no, perché potrei essere davvero cattiva. Lei è frivola e superficiale, tutto ciò che vuole dalla vita è successo e soldi. Si disinteressa dei problemi del mondo, disprezza i poveri ed i bisognosi. Serve aggiungere altro, a parte che è la mia peggiore avversaria?.”

 

 

 

 

***

 

  Non passò molto tempo dall’ultima risposta che si alzò e scappò via. Perché? Non si sa. Forse una manifestazione per la pace.