Ex-mercatino /2

Quel meraviglioso, a lungo atteso, lunedì, dopo la pioggia...

Lunedì, 28 settembre 1998, ore 7,55: la prima campanella si fa sentire come un avvertimento, più che un'esortazione. Alle ore 8,00 dovremo essere tutti "dentro" (la frase sa un po' di carcere, vabbè...).

Siamo -come ormai abitudine da anni- nei pressi della Copal, che da tempo sopporta i nostri schiamazzi e le urla disperate dei docenti ai piani alti...

Ma che succede? All'improvviso un gruppo di studenti si sposta in blocco, volge le spalle al vecchio plesso e si dirige dal lato opposto. Sempre smemorati, `sti studenti. Eppure li avevano avvisati in tutti i modi, del fatto che da quel lunedì -dopo anni di scioperi e sospensioni- sarebbe stato concesso loro di usufruire del tanto chiacchierato "mercatino". Ma forse, più che smemoratezza, la nostra era incredulità: ce l'avevano detto così tante volte "domani ve lo diamo, domani ve lo diamo", che ormai non ci credeva più nessuno.

Ed invece, stavolta è proprio vero! Meglio affrettare il passo e seguire gli altri; non sarebbe decoroso inaugurare il nuovo plesso con un ritardo.

Attraversato il piazzale in terra battuta, ci ritroviamo a dover passare dall'altra parte della strada, operazione che rischia di costarci la vita, vista la noncuranza nei nostri confronti da parte degli automobilisti, che a vederci non ci pensano neanche a togliere il piede dall'acceleratore. Superata la prima prova, ci ritroviamo su un viottolo non asfaltato, circondato dalla vegetazione. "Dove avrò messo il mio shotgun?!". Crediamo che ci sarà utile nei prossimi duecento giorni; per arrivare incolumi in classe dovremo pur difenderci dalle bestie feroci! Fattaci strada a colpi di machete, arriviamo sul bordo di quello che ci sembra un marciapiede, dove un imponente edificio getta la sua fre­sca ombra: la meta è ormai raggiunta!

Affrettiamo il passo e -schivando l'impalcatura degli operai che stanno dando gli ultimi ritocchi al risorto edificio- ci apprestiamo commossi a mettere il primo passo nella nuova struttura, il cui recupero ha preso un anno o un decennio, non ricordiamo. Comunque, in quel momento ci sembrava di essere protagonisti di un'impresa storica, a lungo desiderata: in raffronto, scoloriva di molto l'impresa del primo passo dell'uomo sulla luna...

Ma proprio in quel momento solenne, si leva una voce a gridare: "No! Aspettate!". Che succede? La scuola rischia di crollare? E' inserito il raggio laser all'ingresso ? Niente di tutto questo: il problema è molto più grave. La voce -la cui provenienza rimarrà ignota nel rispetto della legge sulla privacy- ci impone di... pulire le suole delle nostre scarpe su un asse di legno, per non sporcare di terra i mattoni nuovi!!!

Ci tornano alla mente i lavori di acinellatura di quest'estate e cominciamo a pensare che lo shutgun ci sarà utile anche in classe...

Sono circa venti giorni che siamo qui, immersi nel verde, lontani dal mondo civilizzato e stiamo bene, anche se a volte -di giovedì- mentre analizziamo i valori intrinseci ed estrinseci di questa società postmoderna, il vociare allegro dei fruttivendoli ci distrae.

Nel frattempo qualcuno, dopo aver scioperato per venire qui, ora sciopera per andarsene... Beh, valli a capire `sti ragazzi !

                 

                     Giuseppe Gargano, Salvatore Santoro, Luigi Gigante

 

da "Com & Geo" n.15 (40) del 31 ottobre 1998