Maria Grazia
Mellone, “Sentiamoci tutti partecipi a questa iniziativa”
Da sinistra: Rizzo, Spalluto, Donati, Marzo, Ressa,
Nardone, Ferrauto, Mellone.
In platea, i
diplomandi geometri dell’Istituto Tecnico “G. M. Sforza”.
Occasione dell’incontro, la sottoscrizione del Protocollo
d’intesa “Conca d’oro per la formazione geometri”, tra
lo Sforza di Palagiano, rappresentato dal Dirigente Scolastico
Prof. Salvatore Marzo, Associazione Culturale Geometri (Donato
Spalluto), Comune (Sindaco Dott. Rocco Ressa), Comitato
Paritetico Territoriale della Provincia di Taranto sulla
Sicurezza nei Cantieri (Sig. Ferruccio Ferrauto), Scuola Edile
di Taranto (Dott. Fabrizio Nardoni), Collegio Geometri della
Provincia di Taranto (Claudio Donati).
Partendo dalla
premessa che l’art. 3 del D.P.R. n. 567/96 promuove ed autorizza
raccordi degli Istituti Scolastici con gli Enti Locali, con il
territorio e con le sue realtà associative culturali e del
volontariato, al fine di realizzare la funzione della scuola
come centro di promozione culturale, sociale e civile del
territorio, il Protocollo si propone come fine l’arricchimento
della formazione degli studenti del corso geometri, potenziando
la preparazione teorica realizzata nelle aule e nei laboratori
scolastici con quella pratico-professionale, realizzata con
esercitazioni e tirocini presso cantieri edili, studi
professionali, uffici tecnici comunali, nonché con la
partecipazione degli stessi studenti a seminari, incontri,
dibattiti, conferenze, tavole rotonde e quanto altro attinente
ai temi della professione del Geometra.
Progetto
ambizioso di crescita professionale ed umana, al quale i
partecipanti hanno dimostrato di crederci, promettendo tutto il
loro impegno. I lavori sono stato stati introdotti dal Prof.
Marzo, che ha illustrato l’iniziativa, “importante
esperienza per gli studenti per fare alternanza tra scuola e
lavoro”. Sono poi seguiti gli interventi degli altri
oratori presenti al tavolo della presidenza. Donati ha parlato
delle distanze che ancora dividono scuola e mondo del lavoro. “Questa,
ha proseguito, è una occasione alla quale nessuno può
rinunciare, auspicato scambio di idee tra scuola e mondo del
lavoro, e rappresenta i punti salienti dell’attività
professionale”. Dopo essersi soffermato a lungo sul
problema della sicurezza, che “permea non solo il mondo del
lavoro, ma anche la vita quotidiana di ognuno di noi, anche se
ci crediamo immuni da queste incombenze. Bisogna stimolare
l’approccio culturale con il rischio”, ha voluto ricordare
come “la figura del geometra non è superata dai tecnici
laureati, come qualcuno pensa. Ci sono Nazioni, come il
Venezuela, dove manca la figura del geometra, e chiedono a noi
di collaborare, tanto che l’Ordine di Taranto firmerà un accordo
di stage per formare professionisti che sappiano trasferire
nella realtà un progetto. Non possiamo permetterci, come Italia,
di far scomparire questa figura preziosa”. “Affiancando
queste nozioni ed esperienze al bagaglio che la scuola dà,
ha poi aggiunto Ferrauto, capirete meglio come si
presenta la realtà del cantiere che si dovrà affrontare”.
Ancora sulla sicurezza è tornato il Dott. Nardone, con
riferimento all’esperienza inglese, dove il problema della
sicurezza è all’avanguardia, tanto che sensibilizzano in questa
direzione anche i bambini negli asili. A seguire, poi, Spalluto
(“Nella scuola si fa sempre meno pratica, con i colleghi
abbiamo fatto lezioni di pratica sul campo, e da qui l’idea con
il Prof. Marzo di questo protocollo. Organizzeremo a Palagiano
un convegno sicurezza sul lavoro, coinvolgendo le imprese locali”),
l’assessore all’Urbanistica Pasquale Rizzi (“Bisogna
stimolare una ‘Cultura della sicurezza’, problema che mi sta
molto a cuore. ‘Sicurezza’ non è solo conoscenza, ma
consapevolezza di avere quella intransigenza sul cantiere
affinchè le norme vengano applicate”), Maria Grazia Mellone,
consigliera incaricata Cultura e Istruzione (“La scuola non
va vista solo come agenzia educativa, ma deve avere la capacità
di fare sistema, per educare i giovani che sono il futuro della
nostra società, e la nostra futura classe dirigente. Sentiamoci
tutti partecipi a questa iniziativa”).
Anche il Dott.
Ressa ha voluto intrattenersi sulle pratiche operative. “Il
problema della sicurezza deve coinvolgerci tutti, a voi si dà la
possibilità di maturare scelte future. È fondamentale la
sinergia con le agenzie del territorio, è da questa sinergia che
passa lo sviluppo. Non dobbiamo ragionare a compartimenti
stagni, così non cresce nessuno, ma occorre imparare a coltivare
non solo il nostro giardino, ma anche quello di altri. Solo in
questo modo faremo crescere il nostro territorio, perchè
crescita vuol dire sviluppo, e sviluppo vuol dire ricchezza”.
Il Decreto
Legislativo 81/2008, di attuazione dell'articolo 1 della legge 3
agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro, presenta diverse novità, come la
rivisitazione delle attività di vigilanza, la revisione del
sistema delle sanzioni, e maggior peso alle rappresentanze
aziendali dei lavoratori. Giova
ricordare che atti legislativi miranti a disciplinare la
sicurezza erano già presenti nel diritto del lavoro, sin dai
primi anni del 1956, riferendoci a periodi a noi relativamente
vicini. Per non parlare della legge 300/1970, che pur non
espressamente finalizzata allo scopo, riduceva di molto lo ius
variandi del c.d. datore di lavoro, favorendo più sicurezza sul
lavoro e del lavoro. Nessuno si illuda che basti una legge,
anche la più meticolosa, per ridurre drasticamente gli infortuni
sul lavoro.
Nemico della sicurezza è la precarietà, il voler a tutti i costi
allungare di molto il periodo di prova, con sproloqui sulla
parcellizzazione e rimunerazione, coniugandole in equazioni
fantasiose da mettere frettolosamente in tasca in caso di
incidenti. Il Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Taranto,
nel dispositivo in cui rende noto le motivazioni della sentenza
con la quale l’ILVA è stata costretta a riassumere un
lavoratore, esprime un concetto chiaro: “Se l’operario fa
lavori pesanti, va assunto a tempo indeterminato”. Il
segreto è quindi racchiuso in due semplici preposizioni ‘articolate’:
Sicurezza Sul e Del Lavoro. Si invoca il lodo
Alfano, e lo si giustifica perché per lavorare meglio e di più,
il Premier ha bisogno della Sicurezza dell’incarico,
dimenticando che la legge 30/2003, meglio conosciuta come Legge
Biagi, teorizza che il lavoratore, per lavorare meglio e di più,
ha bisogno di restare precario a vita. Solo abbattendo la
precarietà, si potrà abbattere il muro che si erge fra il lavoro
e la Sicurezza del ritorno a casa.
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