PALAGIANELLO
Stemma di Palagianello
D'azzurro, alla mucca pascente col vitello
poppante, il tutto d'argento. Motto: Medicina Dei
Palagianello appartiene al comprensorio delle gravine ,
che va morfologicamente da Matera a Grottaglie e che rappresenta un unicum in
Italia; inoltre la sua gravina raccoglie i resti della civiltà rupestre
evidenziata dalle cripte e chiese affrescate.
Nella gravina di Palagianello si sviluppa l’imponente insediamento rupestre già
chiamato Palagiano sino al sec.XIV , poi Palagiano Vecchio, intorno al XV secolo
e Palagianello a partire dal XV secolo, e che vede , altresì, la presenza di un
insediamento del paleolitico medio con manufatti litici , punte d’ascia,
lavorate e selci.
Sono otto le chiese rupestri che testimoniano il passaggio dei monaci
provenienti dall’Oriente e che, insediatisi su preesistenti agglomerati demici,
hanno dato compiutezza estetica al culto cristiano e arricchito quella che
comunemente viene definita “civiltà rupestre”.
Ma oltre alle bellezze artistiche, Palagianello vanta la presenza di una
pineta-parco che , con le sue oltre 300 piante officinalis censite e con una
fauna che annovera l’istrice, la volpe, il tritone italico ed altri animali
tipici della zona, offre ai turisti un’ottima possibilità di svago e riposo.
Sono ormai tradizione, oltre alla festa della Patrona che si celebra il lunedì
di Pasqua, le manifestazioni dell’Estate Palagianellese tra le quali si annovera
“Il Concerto di Musica popolare”e il Presepe Vivente.
Nell’itinerario storico culturale del comprensorio della Civiltà rupestre
caratterizzato dall’asse immaginario che collega Matera con Grottaglie,
Palagianello rappresenta la perla più piccola, ma più preziosa.
Oltre al pregio territoriale, ad essa si aggiunge la grande accessibilità della
bellissima gravina, che si raggiunge o dal centro storico della cittadina,
direttamente nel cuore degli insediamenti rupestri, o dall’altro versante
attraverso il Parco Naturale Attrezzato (comprendente la pineta, la gravina, il
villaggio trogloditico, la Cappella della Madonna delle Grazie e la parte
dell’insediamento rupestre), richiamo naturalistico di portata europea.
Inoltre il Parco Naturale Attrezzato comprende il Parcheggio Caravan, la Piscina
Comunale e il Parco Giochi per i bambini.
Fulcro ideale di questo itinerario è il Centro d’Accoglienza, situato nel cuore
della grande pineta di Pini d’Aleppo.
Quest’opera permette ai cittadini la valorizzazione delle emergenze
storico-naturalistiche e la sua fruizione.
Tra le testimonianze del “vivere in grotta”, oltre all’evidente stratificazione
orizzontale delle abitazioni scavate nella roccia, nei fianchi della gravina
sono presenti nove chiese rupestri realizzate in età medievale: Anonima, Iazzo
Rivolta, Serra Pizzuta, S. Andrea, Santi Eremiti, S. Nicola, S. Girolamo, Santa
Lucia, Madonna delle Grazie.
Alcune
di queste chiese rupestri conservano interessanti affreschi di età
normanno-sveva, datati tra il XII-XIII secolo.
Luoghi di culto, di spiritualità, in cui si denotano chiari segni di un dialogo
continuo e profondo con Dio.
Oltre a questi monumenti la gravina conserva anche un insediamento umano di
epoca musteriana (Paleolitico Medio), testimonianza della continua ed
ininterrotta presenza antropica: il riparo Manisi.
È’ uno straordinario fenomeno carsico dato dallo scorrimento di corsi d’acqua a
carattere torrentizio su fratture della piattaforma calcarea.
Lo spaccato naturale della gravina permette di osservare la storia geologica di
questa parte d’Italia.
Le rocce più antiche, (circa 100 milioni di anni fa) si possono osservare alle
quote topograficamente più elevate e su fondo della gravina; sopra si possono
rilevare le calcarenite o “tufi calcarei”.
Lungo i sentieri della gravina, recentemente restaurati e ricostruiti, che hanno
permesso la percorribilità e il ripristino di antichi percorsi, là dove i
muretti delimitavano i segni di una primordiale civiltà contadina, si staglia,
rigogliosa, la macchia mediterranea con i suoi colori e profumi.
Un laboratorio di scienze naturali all’aperto che comprende oltre 350 specie di
piante che qui vivono e fioriscono, catalogate e protette.
Qui, si può ammirare il Pino d’Aleppo, il Lentisco, il Mirto, la Filirea, il
Corbezzolo, il Carrubo, il Rosmarino e il Timo.
Tra le più belle fioriture primaverili, emergono le Orchidacee, e tra le
autunnali, la Campanula pugliese, di origine balcanica, riscontrabile in Italia
solo in alcune zone della Puglia. Conosciutissimi per il loro uso, il Cappero e
il Lampascione.
La fauna che arricchisce la gravina è
anch’essa varia; grazie ad alcuni laghetti di acqua presenti sul fondo, è
possibile la sopravvivenza di alcuni anfibi, tra cui il Tritone italico, una
specie esclusiva dell’Italia meridionale.
Le pareti della gravina presentano una successione di cavità, per lo più scavate
dall’uomo, disposte su vari livelli e sviluppatesi in forma predominante sul
versante sinistro.
Tali grotte sono state ricavate nel corpo stesso dell’ammasso calcarenitico, che
per la modesta resistenza ad essere inciso e scavato, ben si presentava a
divenire ricovero naturale di una civiltà rupestre alla ricerca di un
insediamento abitativo, con caratteristiche tipiche di un’economia
agricola-pastorale collegate fra di loro da scale e strade scavate nella roccia.
Esiste un rapporto di continuità tra le case scavate in gravina ed il Castello
Stella Caracciolo che si staglia maestoso su di esse.
La sua costruzione iniziata molto probabilmente nel XVI secolo, ad opera dei
Domini Roberti, primi feudatari del paese, terminò, ma non del tutto nel XVIII
secolo, sotto il dominio dei Caracciolo (signori del Paese dal 1678 al 1806).
Centro visivo di primo richiamo, a pianta quadrata, presenta due torri,
apparentemente più arcaiche rispetto alle altre due, che si manifestano con
strutture architettoniche con smerli e un toro marcapiano.
Il restauro del castello, iniziato nel 1998, ridarà al paese un bene prezioso,
simbolo dell’intera comunità.
Sulla sinistra del castello si accede alla Via dell’Antico Santuario (prima
chiesa matrice) distrutta e oggi restaurata.
La Cappella Madonna delle Grazie è l’antico luogo di culto di Palagianello. La
sua ricostruzione è stata realizzata utilizzando i tufi recuperati dell’antica
Cappella: l’effetto cromatico che si può apprezzare è di indubbia suggestione,
poiché alle pietre originali di colore più scuro si alternano quelle più nuove
di colore più chiaro.
L’attuale area antistante il Castello, piazza De Gasperi comprende la necropoli
medievale: qui il 1980, in seguito al rifacimento della piazza, sono state
ritrovate tombe che terminano nella sacrestia della Chiesa di San Pietro:una di
queste è a forma definita “a logette”.
Il meraviglioso Parco Naturale si raggiunge percorrendo una stradina che conduce
direttamente nel cuore del Parco.
I cittadini preferiscono raggiungerlo attraversando il ponte della ferrovia
della tratta Bari- Taranto che dal 1860 collega Palagianello con i due
capoluoghi.
Palagianello
It lies in the land of ravines which stretches from Matera to Grottaglie. Its
first rocky settlement, named “Palagiano”, dates back to the XIV century.
In the XV century “Palagiano Vecchio” and “Palagianello” were founded. Eight
rocky churches testify to the presence of those monks who, coming from the far
East, gave birth to the rocky society. Moreover Palagianello boasts a beautiful
Aleppo-pine wood rich in more than 300 medical plants and rare species of
animals.
You can visit the Ravine of Palagianello following two different paths crossing
either the historical centre or the Natural Park, including camping sites, a
swimming pool and a playground.
In the Ravine nine rocky churches (Anonima, Iazzo Rivolta, Serra Pizzuta, S.
Andrea, Santi Eremiti, S. Nicola, S. Girolamo, Santa Lucia, Madonna delle
Grazie) date back to the Middle Ages. Inside remarkable frescoes are kept.
Along the newly-restored paths to the Ravine the typical Mediterranean
vegetation, with its colours and scent, grow. It includes more than 350
preserved species of plants (the Aleppo- pine, the myrtle, the thyme, the
rosemary, etc.) and flowers blooming in autumn or in spring. Well-known also the
bushes of capers and “lampascioni” (=wild onions). Fauna also vary and it
includes amphibious species because of the presence of small lakes.
Other places to visit are:
• The Caracciolo Castle. It was commissioned by the Domini Roberti family (the
first landowners of the town) in the XVII century. The work of construction was
partly completed in the XVIII century when the Caracciolo family ruled. The
building has a square plan and two towers which are older than the others. It
was restored in 1998.
• De Gasperi Square. Opposite to the castle, it includes the Mediaeval
Necropolis found in 1980 during restoration works.
The Chapel of Madonna of the Grazie. It is the most ancient building used for
worship in Palagianello. Recently it has been restored and the present church
show a chromatic combination of stones.
INFORMAZIONI UTILI:
COMUNE DI PALAGIANELLO
via M. D’Azeglio, 1
74018 Palagianello (Ta)
Centralino - Tel. 099.8434211
Fax 099.8444607
www.comune.palalagianello.ta.it
NUMERI TELEFONO UTILI:
POLIZIA MUNICIPALE
Tel.099.8494164
CARABINIERI
Tel.099.8444100
GUARDIA MEDICA
Tel.099.8444391
INFORMAZIONI E GUIDE TURISTICHE:
www.comune.palalagianello.ta.it
APPUNTAMENTI E MANIFESTAZIONI:
FESTA PATRONALE MADONNA DELLE GRAZIE, Domenica, Lunedì e Martedì di Pasqua
(questa è una tradizione che risale a varie decine di anni fa. La festa inizia
con la solenne processione della Madonna che attraversa tutto il paese. Al
termine della processione tutta la gente corre a godersi i fuochi pirotecnici.
L’illuminazione che viene approntata è molto sfarzosa, come da tradizione
Pugliese. Fino agli anni settanta la solenne processione dell’immagine della
Madonna delle Grazie partiva dalla ricostruenda Cappella omonima, crollata, che
richiamava ogni anno un gran numero di devoti anche dai paesi limitrofi).
FESTIVAL DEL CIOCCOLATO
Mese di Febbraio
VIA CRUCIS VIVENTE
Giovedì Santo
FESTIVAL DELLA MUSICA POPOLARE
Mese di Agosto